Mutui e finanziamenti, ancora nessuna ripresa secondo dati Abi

soldi003L’Abi (Associazione Bancaria Italiana) ha pubblicato il suo consueto outlook mensile nel quale cerca di fare il punto sullo stato di salute del sistema del credito in Italia. Uno stato di salute che si contraddistingue per un incremento della rischiosità e per risultati complessivi particolarmente deludenti, in grado di pregiudicare le aspettative di pronta ripresa del comparto.

Ad ogni modo, procedendo con ordine, ricordiamo come nel suo outlook di febbraio l’Abi abbia segnalato come la rischiosità del credito italiano sia cresciuta, e come il 6,5% dei prestiti erogati alle famiglie siano oggi classificabili come sofferenze, contro il 2,9% che si registrava nel periodo antecedente la lunga ondata di crisi che sta colpendo il sistema economico italiano. In altri termini, negli ultimi anni la quota di famiglie in difficoltà con la restituzione delle rate dei mutui e dei prestiti è più che raddoppiata.

Inoltre, prosegue Abi, nonostante Crif stia registrando un incremento del numero delle domande di mutuo, è bene segnalare come non siano cresciute le erogazioni (che, anzi, mostrano ancora un trend decrescente). In altre parole, le famiglie italiane hanno cominciato a richiedere prestiti e mutui in maniera crescente, ma le banche hanno continuato a declinare le domande da parte di consumatori ed operatori economici con una buona lena.

A dicembre, prosegue il report, la dinamica dei finanziamenti per l’acquisto degli immobili è risultata negativa per 1,1 punti percentuali. Di contro, le poche erogazioni effettuate hanno fatto rilevare un incremento dei tassi medi con le quali le famiglie stanno finanziando le operazioni di acquisto casa. Rispetto al mese di dicembre, quando il tasso medio era pari al 3,42%, si è registrato un incremento di 14 bp a 3,54 punti percentuali. Un incremento che è leggibile nel rifiuto, da parte delle banche, di abbassare gli spread sui prodotti di finanziamento immobiliare, evitando di ledere il proprio margine di interessi, tutt’oggi in crisi.